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Vulcano sottomarino Marsili: struttura, attività idrotermale e stato attuale 

Il Marsili è il più grande vulcano sottomarino del Mediterraneo, localizzato nel Tirreno meridionale, lungo l’asse dell’arco Eoliano. Presenta una morfologia allungata NNE–SSW con oltre 80 centri eruttivi satelliti allineati lungo fratture principali. Le dimensioni sono imponenti: circa 70 km di lunghezza e 30 km di larghezza; la sommità si trova a circa 500 metri sotto il livello del mare, mentre la base poggia sulla piana batiale a oltre 3.000 metri di profondità.

Inquadramento geodinamico. 
Il Marsili occupa la parte assiale del bacino di retro-arco tirrenico, formatosi negli ultimi milioni di anni per l’arretramento della subduzione ionica. La sua storia eruttiva è testimoniata da lave a composizione variabile (da basalti a trachiti) e da una fitta rete di fratture che canalizzano l’alimentazione magmatica.

Nuove mappe e rilievi recenti.
Rilievi batimetrici ad alta risoluzione acquisiti negli ultimi anni hanno affinato la conoscenza della sommità e dei fianchi, evidenziando allineamenti eruttivi, terrazzi, coni secondari e tracce di instabilità gravitativa. Carte di geohazard aggiornate per i vulcani sottomarini tirrenici (progetto MAGIC) mostrano aree con possibili frane sottomarine e depositi associati, utili per valutazioni di pericolosità e pianificazione delle indagini future.

Attività idrotermale e circolazione dei fluidi.
Indagini geofisiche e geochimiche hanno documentato un sistema idrotermale profondo controllato da faglie: la permeabilità crostale consente la circolazione di fluidi caldi che alterano le rocce e rilasciano gas. Questi processi spiegano anomalie magnetiche e gravimetriche sulla sommità e indicano un edificio ancora attivo dal punto di vista termico, sebbene non si registrino eruzioni in tempi storici.

Rischio e stato attuale.
Periodicamente si discute della possibilità di collassi di versante capaci di generare maremoti. Gli studi ufficiali sottolineano che il Marsili è un vulcano attivo ma poco conosciuto e che la sua pericolosità richiede monitoraggio dedicato (sismico e geochimico) e nuove missioni strumentali. Allo stato attuale non sono segnalati fenomeni eruttivi in corso; l’attenzione scientifica è rivolta soprattutto a mappare con precisione le zone instabili, a caratterizzare i depositi volcaniclastic nel bacino e a quantificare i possibili scenari di frana.

Prospettive di ricerca e applicazioni.
Il complesso mostra un elevato flusso di calore e un potenziale interesse per studi su geotermia offshore ed ecosistemi idrotermali, nel rispetto delle nuove aree di tutela ecologica. Le prossime campagne (multibeam, sismica, geochimica dei fluidi) mirano a definire la struttura del sistema di alimentazione e a integrare i dati con modelli numerici di circolazione idrotermale e stabilità dei fianchi.

Vulcano Marsili

 

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